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      Coloro sapevano benissimo di non essere molto amati dal popolo, e però non desideravano di lasciarsi cogliere a salire in carrozza in mezzo alle ondate della folla che, in nome della libertà e dell'eguaglianza, avrebbe potuto prevenire appositamente per essi l'invenzione della tassa sui cavalli. Come furono usciti, si avvicinarono a pochi passi dal servo, che, senza livrea ma colla sua brava coccarda tricolore anch'esso, li stava aspettando da più d'un'ora. Il marchese F... disse sommesso al signor Andrea:
      - Domani vi aspetto all'ora solita.
      - All'ora solita io sarò là.
      - Che ne dite del ballo?
      - Mi sono divertito assai.
      - Ma che cosa ne pensate?
      - È quello che ci voleva... I curati di campagna potranno così spaventare i villani coi terrori della religione; e tirarli dove noi vorremo.
      - E intanto, per fortuna, l'arciduca Carlo vien giù con un esercito fresco e numeroso. Questo lo sapete?
      - Credo d'avervela data io questa notizia.
      - Oh se queste maledette acque che han rotto gli argini, potessero ritornar presto nel loro letto!! Che respiro!!!... Che ne dite, voi?
      - Dopo la piena vien la magra; ho sempre visto così. Ma salite in carrozza, che io farò altrettanto; e a rivederci domani.
      A questo punto il lettore, che si ricorda della condizione speciale in cui lasciammo questi due personaggi, e della distanza non facilmente avvicinabile che intercerdeva tra l'uno e l'altro, spontaneamente domanderà, in che modo accadde codesto loro avvicinamento e per quali processi psicologici e fisiologici si venne cangiando l'indole del marchese F... Dietro alla qual domanda ne dovrebbero venire altre molte.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Andrea Carlo