Pagina (834/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Allorchè poi s'intavolò la storia di un corso di rappresentazioni drammatiche per la stagione di carnevale, nelle sere del giovedì e della domenica, riusciva un'impresa molto affannosa quella di ottenere un biglietto di ingresso a quel collegio; perchè vi erano poi anche rinfreschi, e pei brillanti ufficiali s'introdusse così un po' per volta anche il fervido sciampagna, il quale verso mezzanotte metteva in giro un'allegria bacchica tutt'altro che irreprensibile.
      In quel collegio v'erano, come accade, giovinette di quattordici, di quindici, di sedici anni.
      A queste erano affidate le parti più difficili e importanti delle commedie scelte a rappresentarsi.
      Le mamme di quelle giovinette, non potendo vincere nella gara muliebre, le mamme delle bambine di quattro o cinque anni, quantunque amassero le loro figliuole, pure erano le meno assidue a quei trattenimenti serali. Ora, quando le fanciulle quindicenni si trovano lontane dall'occhio della mamma e subiscono l'influsso diabolico di altri occhi, sono, parliamoci schietti, molto vicine all'orlo del precipizio. Quelle ragazze, negli intermezzi, escivano come puledre sbrigliate, a precipitarsi qualche volta perfino nel giardino, perchè v'era anche il giardino.
      Certo che venivano seguite e vegliate dalle governanti. Ma le governanti erano o troppo vecchie o troppo giovani. Nel primo caso riuscivano lente alla corsa e un po' balorde; nel secondo caso pensavano tanto a sè, che dimenticavan le alunne. Queste poi, per legge di galateo, dovevano spesso fermarsi ad ascoltar gli elogi di quelli fra i più gentili intervenuti che si godevano a intrattenerle.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507