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      Il Baroggi guardando il naviglio che era asciutto, per gli spurghi che, siccome è d'antica pratica, vi si cominciano nel mese di marzo; e osservando che, in molti punti, gettandovi mattoni o ceppi grossi, potevasi attraversare, senza la necessità d'immergere nell'acqua quasi nemmen la punta dei piedi; pensò che la fuga della fanciulla tentata per quella via non presentava nè difficoltà nè pericolo di sorta. L'irresoluzione in cui da più giorni ei versava dipendeva in gran parte dall'idea delle difficoltà che naturalmente si opponevano al suo disegno. Ora quella specie di scoperta lo sollevò al punto, che stabilì risolutissimamente di mandarlo ad effetto. Scrisse dunque alla fanciulla una lettera, la quale come sia stata ricapitata non lo sappiamo, perchè non si può saper tutto. Ella rispose, e la risposta avea qualcosa di determinato, di fiero, di romano, per così dire, che egli stesso ne dovette maravigliare, ma d'una maraviglia che gli accese più che mai il cuore e la testa.
      A questo punto eran le cose quando noi vedemmo per la prima volta donna Paolina appoggiata alla spalla del finestrone della sala terrena verso il giardino, in una posa affatto maschile. Allora ci pare d'aver notato come ella fosse concentrata in gravissimi pensieri; ci pare d'aver notato come si scuotesse tutta a sentir la Marsigliese, eseguita sul cembalo e cantata da sua madre. Ora dobbiamo aggiungere che, dopo avere scritta quella lettera di risposta al capitano Baroggi, avea pensato di proporgli che, prima di partire, provvedesse a sposarla.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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