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      Il vecchio Suardi, nella sua speciale condizione, assimigliava a questi avari. Nel dubbio che i suoi disegni incontrassero ostacoli, nel sospetto anche lontanissimo che un uomo potesse diventare un suo oppositore, subito pensava agli schermi, alle ritirate, alle armi di difesa e d'offesa, come se il suo sospetto si fosse già avverato, e se il suo possibile nemico lo avesse già colpito. Al pari di un feudatario del medio evo, asserragliava il proprio castello anche allorquando non gli era posto l'assedio da nessuno, ma soltanto nel timore che ciò potesse succedere. Allorchè, nelle faccende degli appalti per l'armata repubblicana, si trovò la prima volta a contatto con monsieur Chapier, comprese che con quell'uomo non avrebbe mai potuto trovarsi d'accordo, e pensò tosto ai mezzi di potere, all'occorrenza, disfarsi di quel francese. Ne studiò l'indole e le debolezze; studiò le relazioni in cui trovavasi con altri uomini; in che grado fosse rispettato, amato, odiato; su queste osservazioni abbozzò i proprj disegni, che modificò, perfezionò o cangiò addirittura a seconda delle circostanze sorvenienti.
      In principio, appena ebbe fatta la conoscenza del colonnello Landrieux, pensò se mai fosse stato possibile di far le parti di Creonte tra il colonnello e l'intendente, per suscitare tra di loro una tale avversione, che l'uno dei due, o l'uno e l'altro insieme, potessero andar colle gambe in aria; s'accorse però presto che del Landrieux, per quell'affare speciale, non c'era da cavare nessun partito; onde se lo tenne buono per qualche altra cosa, e lasciò andare.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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