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      - Caro Geremia, c'è un originale di francese al quale è necessario che tu dia una lezione piuttosto grave.
      - È borghese o soldato?
      - È un anfibio.
      - Come un anfibio?
      - Voglio dire che veste la montura, ma quando gli altri si fanno ammazzare, egli conta i denari e prepara i pacchi per le truppe. È un intendente.
      - Ah, ah, monsieur Chapier. Lo conosco benissimo. Al teatro di S. Martino c'è uno scimiotto vestito da generale che sulla corda va dal palco scenico alla soffitta, il quale sembra suo fratello gemello. Ha la debolezza di voler piacere alle donne. Oh... lo conosco benissimo.
      - Che tu lo conosca va bene; ma va male che egli sparli di te.
      - Come fa a sparlare di me, se io non gli ho mai tôrto un capello?...
      - Ha sparlato di te e ha sparlato di lei...
      - Di lei? di chi?
      - Della contessa, s'intende. Ha detto che la contessa paga gli amanti, e che ti...
      Qui il Baroggi mandò un'esclamazione che si sarebbe sviluppata in un fremito ferino, se il Suardi non lo avesse frenato.
      - Che cosa gridi, matto? Lascia gridar chi è sporco. Piuttosto va a pigliar quel furfante pel collo e...
      Il Baroggi, senza rispondere, aveva già saltato tre gradini. Il Suardi lo trattenne ancora.
      - Ma dove corri, se non sai nemmeno dov'egli si trova?
      - Sarà in Ridotto, come al solito. Eppoi, dovunque ei si fosse cacciato, lo troverò io in ogni modo.
      - Chi ha fretta va adagio, chi vuol vendicarsi manda giù l'ira e si arma di sorrisi. Non occorre che a un soldato tuo pari io dia dei suggerimenti; ma colui non deve sentire dalla tua bocca la cagione del tuo sdegno.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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