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      Allora, come a temperare la mia asprezza. gli chiesi il nome suo. Si può imaginare la mia meraviglia quando udii ch'era il figlio del povero Baroggi. Quel nome, per la catena di tutti gli antecedenti, mi piegò a nuovi consigli. - Io intanto stavo pensando, e si taceva l'uno e l'altro. Suonavano le cinque ore. Egli si dà un colpo di mano sull'elmo e dice: Non c'è tempo a perdere, non manca che un'ora; sono aspettato per un duello. Io mi ricordai d'averne infatti data la notizia in casa S....
      «- Che si fa dunque? esso continuava, io non mi posso fermar qui più a lungo.
      «Non aveva finito di dir queste parole, che quel buon vecchio di mio padre, che avea allora precisamente quell'età che io ho adesso, vale a dire i suoi ottantatrè anni colla buona misura, chiamato dal rumore insolito, entra improvviso in camera.
      «Il capitano Baroggi lo guarda impacciato; io gli dico. State tranquillo, che è mio padre... Anzi, dopo alcuni momenti soggiunsi: - È meglio per voi s'egli è venuto qui. Egli solo può ottener quello che nessun altro potrebbe. E senza più, mi faccio a raccontar l'accaduto a quel sapiente e acutissimo vecchione di mio padre.
      «Questi ascoltò non senza un grande stupore; poi, dopo essere stato un pezzo in consulta con se medesimo:
      «- Già, prese a dire, è ormai tempo di finirla, che quando le ragazze sono contesse, i mariti debbano a tutti i costi esser conti o marchesi. Per che cosa avremmo fatto tutto questo fracasso di rivoluzione, se si fosse ancora al punto di partenza? - Sono o non sono aboliti i titoli di nobiltà? Gli editti parlano chiaro.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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