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      XIII
     
      Quando Lorenzo Bruni entrò in casa S.... usciva un servo tutto scalmanato a cercare del figlio di lui appunto; il servo gli disse quel che egli sapeva, e il vecchione salì, e vide le due donne in preda a quel dolore disperato e violento che il lettore può immaginare, e che noi non osiamo e non vogliamo descrivere. Tante volte ci trovammo al cospetto di dolori consimili, e tante volte li abbiamo anatomizzati con mano convulsa, che or ci pesa di rifarne il processo.
      - So tutto, disse il vecchio, appena vide quelle due donne affannate; e so più di quello che voi sapete (e brevissimamente espose loro di che si trattava); ma il rimedio, soggiunse poi, è ovvio e naturale. - Mio figlio Giocondo è già sulle traccie della vostra figliuola; ella dentr'oggi può essere fatta sposa.
      Lorenzo erasi accorto che il dolore aveva abbastanza lavorato sul cuore di quelle due donne, e non amò di prolungarlo, quantunque egli volesse, colla pietosa inflessibilità del medico, usufruttarlo tutto, per preparare poi con esso le vie della salute. Egli conosceva nell'intimo quelle due donne, e le amava e le stimava in preferenza di tante altre, perchè una vita lungamente travagliata le aveva fatte accessibili a molte di quelle verità che i pregiudizj, accumulati per tante generazioni in seno alla più alta società, avevano, o celate del tutto, o, quel ch'è peggio, fatte passar per errori.
      - Sperate, ripetè il buon vecchio; la vostra figliuola a momenti potrete vederla.
      - Ma, e chi mai ha osato?
      - Nessuno le ha fatto violenza; fu ella a lasciare la propria stanza e la propria casa.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Lorenzo Bruni Giocondo