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      - Infatti, rimasto, a diciasette anni, senza padre e senza madre, ed erede di una sostanza ingente, non tollerando i consigli e l'autorità del tutore, che fu il conte Sanazzaro, con questi venne a tali escandescenze, da percuoterlo violentemente e da lasciargli le impronte del proprio furore. - Fu dopo codesto fatto che, pentito dell'avvenuto e iracondo di non poter spendere e sciupare, come voleva, i proprj averi, lasciò Milano, passò in Francia, in Inghilterra e di là in America. - I giornali dell'una e dell'altra nazione in più circostanze ebbero a fare onorevole menzione di lui pel coraggio dimostrato in molte battaglie; ma dopo due anni, comparve sulla Gazzetta di Sciaffusa la relazione di un tremendo alterco avvenuto tra esso e un colonnello americano, pel quale, venuti alle mani, pur in mezzo alla festività di un banchetto, il sottotenente milanese uccise il suo capo, onde senz'altro se ne dovette fuggire e ritornare in patria, lasciando colà una giovane moglie che morì di lì a poco tempo.
      «Reduce a ventidue anni compiuti, trovò che il conte Sanazzaro era morto; il pretore ducale invitò allora altri tra i parenti del conte S... perchè ne volessero assumere la tutela; ma nessuno amando togliersi quel carico per cui erano in pericolo anche le spalle, e il giovane tempestando di non voler tutela in nessun modo; esso in via d'eccezione e per decreto del presidente del Senato fu dichiarato maggiore prima dell'età legale.
      «Ricco, come ho detto, di una sostanza ingente, cominciò una vita di pazzie, di scialacquo, di giuochi, d'amori, di scandali a tal punto, da destare un gran rumore non solo in Milano, ma anche fuori del ducato.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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