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      Ma i fatti erano più eloquenti delle parole, e le vittorie di Bonaparte fecero ammutolire il pontefice, e consigliarono la fuga al cardinale Hertzan, ministro plenipotenziario cesareo. Ora se ognuno sa (chè tutte le storie ne parlano) come Bonaparte, per mediazione dell'Azara, accordasse allora al papa l'armistizio di Bologna, dietro la pattuita provvisione di cinque milioni di scudi, delle due provincie di Bologna e Ferrara, ecc.; non fu molto divulgata la notizia che, dopo il pagamento della prima rata, nel punto medesimo che il ministro francese Miot entrava in Roma, per adempiere e far adempiere ai patti del trattato; Pio VI con fede peggiore della greca incaricò il numeroso suo satellizio di sollevare il basso popolo per spingerlo all'eccidio e del ministro e dei commissarj francesi. E per ottener ciò si ricorse alle solite armi della barbara superstizione. Versò allora lagrime vive la Maria Vergine di Ancona, della realtà delle quali il vescovo Calcagnini rilasciò un attestato, di cui vennero diffuse per le vie di Roma migliaja di copie a stampa. Fu allora che tutte le Madonne di Roma, messe in puntiglio da quella d'Ancona e gelose e invidiose, quasi fossero prime donne di teatro (a queste turpissime, derisioni l'ipocrisia del santissimo Pio VI martire ed eroe esponeva la madre del Cristo!), piansero lagrime bianche e lagrime rosse. E affinchè il popolo in quelle lagrime vedesse la virtù del miracolo, si fece circolare una falsa lettera di monsignore Albani, auditore di Rota, dimorante a Venezia, che raccontava la compiuta disfatta delle truppe francesi e Massena ucciso e Bonaparte fatto prigioniero; e perchè l'ipocrisia pontificale fosse ancora più squisita, mentre quelle sconce e bugiarde scene si macchinavano in segreto, in pubblico si fece comparire un editto col quale, sotto comminatoria delle più gravi pene, s'intimava alla popolazione di rispettare ogni persona che fosse addetta alla Francia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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