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      Quando pensiamo alla tenerezza speciale che noi sentivamo per questa donna allorchè aveva venticinque anni; quando pensiamo che avremmo fatta moneta falsa per lei onde aiutarla in quell'amore di contrabbando, non ci par vero che dovesse venir il tempo d'odiarla; di odiarla, sì, perchè noi odiamo con tutta l'enfasi di un odio implacabile tutti coloro che vogliono distruggere, colla violenza di una falsa legge, l'unica legge legittima della natura, che suscita gli affetti, e li riscalda e s'affanna perchè trovino il loro adempimento. Ah! vecchia contessa scellerata, e come, riandando nella memoria tutti gli spasimi atroci della tua violenta passione, non imparasti ad avere pietà delle passioni altrui! come anzi imparasti a farti torturatrice longanime di due cuori predestinati ad intendersi! E doveva egli esser questo il modo di compensarci della cura assidua che ponemmo nel tentare di renderti in addietro così cara e attraente ai lettori?
      Ma ella, che comandava in casa e dominava la figliuola, e quando parlava metteva a tacere tutti quelli che non volevano quel ch'ella voleva, trovò dunque il modo di trarre in lungo il matrimonio, senza quasi accorgersi, perchè la crudeltà pregiudicata è cieca, che la povera Paolina languiva e consumava in quella comandata aspettazione di ciò che era la condizione della sua vita. Del rimanente, le considerazioni della contessa non in tutto derivavano da male intenzioni; bensì da quella consueta falsissima credenza, che il tempo, se mai si riusciva a dividere quelle due creature, avrebbe fatta la cura radicale d'ogni piaga, e impedito chi sa quanti guai possibili nell'avvenire.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Paolina