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      Intanto il colonnello Paoli, seduto sul letto, seguiva coll'occhio il conte S..., che passeggiava fremebondo.
      - Che cosa è successo? chiedeva il giovane Ballabio alla sua volta, messo in apprensione da quella scena muta.
      Il conte si fermò - guardò fisso il colonnello macchinalmente, tanto era sprofondato ne' propri pensieri:
      - Siedi, gli disse poi, siedi. Domani il capitano Baroggi morirà - o morirò io. - Tu, come al solito, farai da secondo insieme col Paoli.
      - Sempre disposto. - Ma che cosa è avvenuto?
      - È quel che voglio sapere anch'io, prese allora a dire il Paoli. - È mezz'ora che il colonnello è qui, e non m'ha ancor detto di che si tratta. - Nè vorrei che fosse poi un nonnulla, un affare da ragazze; perchè allora, caro colonnello, scusami, ma è tempo di finirla.
      - Tempo di finirla?
      - Sì, colonnello, se mai quella fanciulla cogli stivali e gli sproni t'avesse riscaldato il cervello...
      Il conte si piantò allora nel mezzo della stanza, e:
      - Sapete voi altri chi è quella ragazza? Voi altri non lo sapete.
      - No.
      - Essa è mia figlia.
      - Oh!!...
      - Essa è mia figlia - e il capitano l'ha sedotta a fuggire. Ma il capitano morirà, morirà, morirà...
      E nel ripetere quella parola, la voce gli si andò innalzando fino all'urlo... dopo di che, spossato dall'angoscia, cadde a sedere sul letto dell'amico.
      I colonnelli Paoli e Ballabio, passate alquante ore della notte in compagnia del conte Achille, e tentato indarno di ridurlo a più miti e ragionevoli consigli, alla mattina del dì successivo, nella loro qualità di padrini, si recarono dal capitano Baroggi, che alloggiava in piazza del Popolo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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