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      Un razzo scagliato in una polveriera non può eccitare incendio e rovina più di quello che le parole del Ballabio provocarono nell'animo eccitabile del conte.
      Esso balzò da sedere, come se un colpo di scudiscio gli avesse tagliata la faccia; quasi fu per avventarsi e pigliar per il collo il colonnello collega; poi si scaricò con una tempesta tale di ingiurie, di villanie, di bestemmie plebee, di grida, di strepiti bestiali, che chiunque avrebbe potuto credere fosse impazzito di tratto; non però i colleghi suoi, che lo conoscevano troppo bene e, continuando a fumar le loro pipe, aspettarono in silenzio che desse giù la bufera.
      E il conte infatti alla fine si calmò, e incrociando le braccia, e accostandosi a lento passo al colonnello Ballabio, che stava seduto:
      - Giacchè dunque, gli disse con sarcasmo, colui è un Achille senza il tendine; e un Orlando prima di esser diventato furioso, ho piacere di toccar io stesso con mano se ciò è vero. Però il duello deve andare, ed ora più di prima; e perchè non si vada in cerca di altri pretesti, sia desso al primo sangue. Così la vita e la morte, come allo scacco, come al bigliardo, come al tiro a segno, starà nelle mani dell'abilità e della fortuna. Va bene così? Siete contenti ora?
      - Siccome è a tutti noto che tu sei la prima sciabola della divisione, così non si è creduto d'offenderti a dirti ogni cosa. Se colui fu chiamato l'invincibile, nessuno può ancora vantarsi d'averti vinto. Ed ora quasi attendo con impazienza un tale duello; e giacchè è al primo sangue, mi confido che colui accetterà.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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