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      - Quand'è così, giacchè aveste una volta la compiacenza di recarvi al suo alloggio, non vogliate ora perder tempo, e tutto sia concluso dentr'oggi.
      - Dentr'oggi tutto sarà concluso. In quanto alla scelta dell'arma...
      - Il capitano scelga: è il suo diritto; per me, spada, sciabola e squadrone son tutt'uno.
      Sul finire di questa giornata, un'ordinanza entrò nell'alloggio del colonnello S... a comunicargli di recarsi subito al Quirinale, dove il generale Massena lo chiamava. Il conte non mise tempo in mezzo, salì a cavallo, e fu dal generale. Questi, allorchè il colonnello entrò, stava seduto su di un'ampia poltrona tutta a oro e a velluto rosso, sormontata dallo stemma pontificio; era in manica di camicia, coi calzoni di daino e gli stivaloni alla dragona. Il generale era sì piccolo e mingherlino, che poteva smarrirsi tra gli stivali e la poltrona; ma aveva una faccia sanguigna, accentata, gelosa, con due occhi neri e lampeggianti, che ben si faceva scorgere nonostante la sua piccolezza.
      - Vi ho mandato a chiamare perchè ho da parlarvi, e non è il generale Massena che dà degli ordini al colonnello S..., ma un borghese nato a Nizza, che, da uomo di mondo e d'esperienza, e che ha riconosciuto tutto quanto fu promulgato dal giudizio universale dell'ottantanove, parla, parla a un conte nato a Milano; il quale, credendo forse che i suoi avi sieno più antichi del padre Adamo, pare che non voglia capire sin dove giunga la portata della parola repubblica.
      - Generale...
      - Vi ho detto che in questo momento non sono generale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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