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      Gli squadroni al sesto assalto si toccaron di nuovo.
      Il Baroggi, in tanti assalti rinnovati, aveva studiato i tiri abituali del conte, e scoperto le vie d'entrata per aggiustargli quel colpo che lo ferisse, senza fargli gran danno; ed in ciò consisteva quella suprema e quasi già prodigiosa valentia nell'arte, di cui nessuno può esser sicuro... e l'ingresso fu lasciato aperto, ed egli fu lesto ad approfittarne; ma, nel misurargli il fendente con tal arte da scemargli la gravezza del colpo, perdette quel prezioso minuto secondo che può dar la vittoria; e il conte in quel punto gli calò sulla spalla un forte colpo, pur riparato in tempo, ma non così che non gli ferisse la spalla destra.
      - Sangue! gridarono ad una voce i padrini; fermi, basta.
      Il conte abbassò lo squadrone, il capitano fe' altrettanto, e si volse verso il padrino che gli denudava la spalla. Macchinalmente alzò poi gli occhi al cielo con quell'atto che dinota ira e disprezzo, e lasciò cadere a terra lo squadrone. Accorsero il chirurgo e il medico, e il conte, appoggiato sull'elsa del proprio squadrone, guardava e non si moveva, e quasi non respirava. Vi fu un momento solenne di silenzio generale... ma a romperlo con violenza, dal ciglio della via balzò nel campo donna Paolina... fu tosto presso al capitano, guardò la ferita, guardò nella faccia del chirurgo, e lettavi la espressione di chi teme più che di chi spera, balzò in piedi come una demente, e, sguainato lo squadrone, fu sì prestamente addosso al padre, che questo appena ebbe il tempo di parare il colpo, e certo avrebbe dovuto pararne altri, se la figliuola nel gridare: - Morite ora voi, scellerato, - non fosse caduta sul terreno istantaneamente e priva di sensi; caduta come piombo, come una statua marmorea che d'improvviso si rovesci; e colà stette.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Baroggi Paolina