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      - Se sono venuta, disse gentilmente la contessa, è perchè mio marito me lo ha permesso.
      - Se vostro marito ve lo ha permesso, è perchè non poteva impedirlo.
      - Poteva impedirmi di accettare la carica di dama di palazzo.
      - Io dunque non ringrazierò che vostro marito.
      - Oh.... ma non fate, altezza, ch'io debba lamentarmi della sua condiscendenza....
      Il vicerè si sentì esaltato da queste parole, dando loro la più ampia interpretazione.
      Dallo sguardo che solo aveva insinuante ed espressivo, gli traspariva l'intima gioja. Nel passare in mezzo alle vive cariatidi dell'impero e del regno, volgeva parole amabili a tutti e loro comunicava quelle notizie che potessero dar piacere e soddisfazione.
      - Eccellentissimo signor duca, diceva, passando dinanzi al gran ciambellano Litta, da questo momento ho finito di chiamarvi marchese. Il governo di S.M. ha riconosciuta la dote che voi avete assegnata al ducato cui foste innalzato fin dall'ottobre passato. - Caro marchese Trivulzi, oggi è venuta per voi la nomina di ciambellano; preparate le chiavi. - Il signor conte Annoni permetterà che lo saluti commendatore; - e via su quest'andare.
      Ma Rolla diede il segno, e il vicerè aprì la monferrina. Assai presso al vicerè e alla contessa Aquila, trovavasi madama Falchi, atteggiata anch'essa per la danza. Il pittor Bossi, amico suo di casa, staccatosi dal collega Zanoja, s'era messo a sedere al posto di lei, intanto che ella erasi alzata. Appena la monferrina finì, il pittore fu presto a levarsi per restituire il posto a madama.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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