Pagina (1078/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Il vicerè, le classiche reminiscenze e il medio evo. - Beauharnais e la Falchi. - Il conte Aquila e il vicerè. - Ugo Foscolo. - Il colonnello Baroggi. - Un bacio e un colpo di scudiscio. - Il ministro Prina.
     
     
      I
     
      Il conte Aquila, orgoglioso di posseder la contessina Amalia, in quella guisa onde un Arabo, nell'idea di perpetuare la celebrità della razza, tien preziosa una puledra nata in incliti presepj da inclita coppia, non desiderò altro che di avere un figliuolo: maschio, già si intende, forte, bello, ingegnoso, straordinario. Se gli avessero detto: «per adunare nel tuo primogenito tutte codeste qualità, è necessario che la madre muoja nel parto», ei non avrebbe esitato un istante a rispondere: Muoja. In simile maniera un possidente non ha nessuna pietà del baco morituro, per l'aurifera seta che gli dee produrre.
      Da vero fisiologo e teologo, ei non considerava il matrimonio in sè stesso, ma pel suo fine. Il multiplicamini della Bibbia non fu mai interpretato con più spiegato rigore scientifico. La scienza non ha viscere. E il suo desiderio fu presto appagato; appagato in massima; e perchè il figliuolo fu esatto nel venire in luce nel più breve tempo possibile, e perchè fu un maschio. Ma la forza, fin dal primo momento che il fanciullo fece capolino dal nulla, non si rivelò nè al padre ansioso, nè all'ostetrico esperto. Non la forza e non la bellezza: due cose che, ad onta della speranza che stava sempre in aspettativa di qualche benefica sorpresa della natura onnipotente, non comparvero nemmeno in un anno, nemmeno in due.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Falchi Aquila Foscolo Baroggi Prina Aquila Amalia Arabo Muoja Bibbia