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      - Ma in conclusione, di che si tratta?...
      - In conclusione, il vicerè desidera una delle solite conclusioni, e Dio sa che cosa dà ad intendere al marito per incantar la moglie. Ma non sarà mai che alla contessina io stia a dare i consigli di Foscolo... Già questi letterati, con tutta la loro pretesa, non hanno nessuna esperienza di mondo... Adorano le donne inginocchiate, ma per farne delle schiave... Bella maniera di compensarle... Chi sono le donne? C'è libertà per tutti, ci sia dunque anche per loro. E in piena regola. Se, per esempio, la contessina Amalia è sazia di quell'originale di suo marito, fa bene a volgersi a un altro; e perchè no? Certamente che io non avrei scelto il vicerè, ma se a lei piace... tocca a me a dirle: fate male? Fa benissimo. Già, io abborro tutte le marmotte superbe, che, perchè sono di sasso, credono di essere sante... Ora sapete, signor Foscolo, cosa dirò alla contessa? Le farò innanzi tutto i miei complimenti, poi mi lamenterò con lei perchè non abbia incominciato prima... poi se le mancasse il coraggio... le farò animo io... e..., in un bisogno, le presterò anche mano.
      La Falchi stette un momento senza parlare; poi disse:
      - Non credo niente di tutto ciò. Il conte Aquila non è un uomo come un altro. In quanto al vicerè, non sono le donne di tale stampo quelle che piacciono a lui...; che cosa volete che ne faccia di questa santa Cecilia in convalescenza, cogli occhi sempre rivolti al cielo? Finchè ci sono donne della nostra struttura, mi fanno pietà codeste etiche sparute, buone tutt'al più per i collegiali che hanno il capo nella Teresa e Gianfaldoni.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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