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      Nel pubblico è trapelato qualche cosa. È meglio stornare ogni sospetto. D'altra parte, già son gente che bisogna condurli a mano, e non c'è nessuno che abbia iniziativa.
      - Me ne sono accorta anch'io. Son brave persone, ma da adoprar solo al momento, senza preavvisi. Ma intanto, signor conte, come vanno le cose e come stiamo a notizie? Lo sparo del cannone di jeri mattina ha fatto cessar per un istante il fermento della popolazione.
      - Non ci credete.
      - Non ci credo.
      - Sono gli estremi giuochi del bussolottiere. Si ha bisogno che il pubblico rimanga sopraffatto dalla notizia di nuove vittorie, e creda in Napoleone sempre morto e sempre vivo. Ma la Pasqua di risurrezione non fu che una privativa di Gesù Cristo. Intanto con questi stratagemmi, la popolazione pagherà senza andare in collera la tassa dei capitali ipotecati che ci ruba una cinquantina di milioni, e la nuova contribuzione di sette milioni, posti sull'estimo, sui piccoli mercanti, e sui possidenti. Intanto la campagna provvederà le recenti requisizioni di frumento, fieno e biada, senza osare di rispondere colle forche e colle zappe.
      - Jeri io fui in campagna.
      - E così?
      - È tutta una polveriera. Un po' di paglia accesa, e lo scoppio si ha da sentir fino a Parigi. Quei villani irritati hanno detto che alla prima mia parola saran tutti qui.
      - Lo stesso succede nelle campagne degli altri nostri amici. Ma non basta.
      - Come non basta?
      - Se io fossi il general Pino, o soltanto il colonnello della Civica, allora direi d'aver le redini in mano e di poter frustare i cavalli per dove meglio mi parrebbe.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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