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      Di tal modo e con tal processo e successo sfilarono quasi tutti i carrozzoni senatorj. - A questo punto la folla era cresciuta. A questo punto quel capo-mastro, di cui un nostro amico ci diede il nome e cognome, ed era un Antonio Granzini, staccatosi di mezzo a' suoi compagnoni, andò chiedendo a tutti se non era ancor venuta la carrozza del ministro Prina. A questa domanda, chi si alzava nelle spalle come a dire: ne so molto io? Chi rispondeva: sarà entrato cogli altri senatori. Ma dalla maggior parte de' discorsi e delle risposte colui potè arguire che il ministro Prina non era venuto altrimenti, come non era venuto nemmeno il conte Paradisi, forse perchè, essendo stati esclusi dall'incarico della deputazione, alla quale avevali proposti il duca di Lodi, e avendo trovato una concorde opposizione in tutti i colleghi, avevano creduto bene di non presentarsi in Senato. Quel capomastro rimase assai sconcertato a tale notizia, e ritornò accigliato in mezzo al drappello dei suoi. Questo gruppo d'uomini, che per la qualità speciale del vestito furono dagli astanti giudicati muratori e facchini, finchè non avvenne nulla di nuovo in quella folla ognora crescente, eran l'oggetto degli sguardi e delle congetture universali. Ma a un tratto ogni attenzione si distolse da loro, perchè da Sant'Andrea sboccò sulla piazzetta una compagnia di guardia civica a farsi strada fra la turba, a collocarsi davanti al portone, a dire al capitano di piazza Marini, che volevano essi far la guardia al palazzo, e che però venissero rimandati i soldati di linea, per la maggior parte coscritti, a cui erasi dato quell'incarico.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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