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      E in quella sera stessa, e non molti se lo rammentarono, si videro già in volta per la città alquante assise bianche d'ufficiali austriaci. Il conte Aquila si rincasò in preda alla più cupa costernazione. Ma la Falchi, anche dopo aver veduto a passare più volte sotto le proprie finestre la folla assassina, potè tuttavia dormire indifferente la consueta sua notte.
      Fidi al nostro intento di non rivelar che cose nuove o assai poco conosciute, avevamo divisato di omettere la relazione di questa famosa giornata; ma assai ragioni ci determinarono a scriverla. Di quella funesta sommossa uscì a Parigi, come i più devono sapere, una memoria storica con documenti fin dal novembre del 1814; nella stupenda lettera apologetica del Foscolo vi sono alquante pagine dedicate a quel fatto; esiste una relazione di esso stesa dallo stesso Carlo Verri, che fu presidente della Reggenza; sul fine dell'anno 1859, quando la verità della storia potè uscire all'aperto, venne pubblicato a Milano un breve racconto di quell'avvenimento, scritto da un cittadino bresciano, che ne fu testimonio oculare; a Novara, nel 1860, coi tipi di Agostino Pedroli, venne in luce un volume intitolato: Milano e il ministro Prina, narrazione storica tratta dai documenti editi ed inediti per M. Fabi. Libro commendevole come riassunto, nel quale senza rivelazioni nuove venne raccolto in fascio tutto quello che prima era stato scritto sparsamente. In tutti questi lavori è deposto, per così dire, il processo verbale di quanto succedette all'aperto e sotto i medesimi occhi del pubblico, ma non si penetra nella vita intima degli uomini e delle famiglie.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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