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      Soltanto essa diventa un fatto assai degno della riflessione dei pensatori, quando la si considera come una occasione, sebbene fortuita, di gravi avvenimenti.
      Dei periodi storici onde constano i Cento anni, questo è forse il più importante; è il punto massimo della parabola. In tutte le sfere e le forme e gli svolgimenti del pensiero e dell'azione, tutto si rinnova, si nobilita, si rafforza. Sorgono nuovi pensatori; una rivoluzione mirabile si compie nella letteratura; le altre arti, quelle del disegno e dei suoni, procedono con essa e per essa. In poche parole, la forza espansiva del corpo italiano tanto più si fa poderosa, quanto più è violenta la pressione del governo straniero.
      Il 21 è il padre del 48, è l'avo del 59. Però, ond'essere fedeli al programma del nostro lavoro, noi terremo conto anche di questi elementi. Inoltre, col sistema empirico dell'azione drammatica e senza avvilupparci nel paludamento scientifico, proporremo al lettore alquanti problemi sul diritto di testare, sul matrimonio, sulla patria podestà, sulla maritale. La nuova imbandigione adunque, per la qualità della materia, e per il buon volere, ci lusinghiamo vorrà esser presa in qualche conto dai lettori, i quali vorranno fingere almeno di non essere malcontenti di noi. Non si è mai sentito a dire che un Anfitrione sia stato bastonato dai commensali, nemmen quando il pranzo è riuscito cattivo.
     
      I
     
      Le prime scene dei periodi storici fin qui da noi rappresentati, si aprirono sempre, per combinazione, o in teatro o in qualche festa da ballo, tra la musica, la danza e la bellezza.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Cento Anfitrione