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      Tra una schiera eletta di dilettanti, vennero in ultimo il tenore della stagione, Claudio Bonoldi, cantante insigne, e più insigne bastonatore di uomini e di giornalisti. Tra lui e il basso Fioravanti, stretti in grande dimestichezza, comparvero due belli ed eleganti giovani; uno era il conte Emilio Belgiojoso, l'altro il figlio del colonnello Baroggi e di donna Paolina S..., che noi non conosciamo ancora, e che era nato nel 1798 a Roma, dopo le luttuose scene dell'avo, d'ingrata memoria. Il suo nome di battesimo era Giunio, perchè, essendo stato battezzato nella chiesa d'Ara Cœli, sul Colle Capitolino, sventolando gli stendardi repubblicani, si volle dargli un nome che ricordasse l'eterna città e l'instauratore della repubblica romana. Questo sia detto di passaggio, e torniamo all'orchestra.
      I professori e i dilettanti, messisi al loro posto, diedero principio alla serenata colla sinfonia dell'Aureliano in Palmira, di Rossini, che d'allora in poi, per più di trent'anni, continuò ad essere la sinfonia d'obbligo di tutti i ritrovi musicali. Come avviene in tali occasioni, la piazzetta e la via dei Meravigli, che in principio erano al tutto solitarie per la notte assai inoltrata, a poco a poco si animarono di tutte quelle persone che, avvezze a rincasarsi ad ora tardissima, s'erano accorte, chiamate dai suoni lontani, che la loro giornata non era ancor finita. Le finestre e i balconi delle case rispondenti sulla piazzetta si popolarono d'uomini e donne, che staccavano come ombre sul fioco albore degl'interni lumi trapelanti dalle aperte imposte.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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