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      ... Ma tu fai delle smorfie, e mi fai capire che questi discorsi non ti piacciono punto... Ah!... ora comprendo tutto... Qui vedo gli Inni sacri di Alessandro Manzoni.
      - E che c'entrano adesso gli inni? ma taci, che sento la voce del signor Bruni...
      E il signor Bruni, in vesta da camera e in berretta da notte, comparve sulla soglia d'uno degli usci della sala.
      - Sei tu, Giunio? egli disse.
      - Son io...
      - È tardi, caro, troppo tardi. Manca un quarto alle quattro... Guaj se tua madre sapesse...
      - Chi ha imparato a suonar la viola (e questo fu col permesso di mia madre) si espone al pericolo delle serenate... e le serenate cominciano sempre dopo mezzanotte. E oggi ce ne fu una colla coda...
      - La coda del diavolo, soggiunse l'amico di Giunio.
      - Ma chi è questo bel giovinotto?
      - Non lo ravvisa?
      - Ah... il figlio del Galantino... oh come mi fa diventar vecchio questo diavolo... Ma da quanto tempo siete a Milano?
      - Da più d'un mese.
      - E perchè non siete mai venuto qui?
      - Precisamente per la grande necessità che ho di intrattenermi con voi e con Giunio a lungo.
      - È una ragione curiosa.
      - È naturalissima. Ogni qualvolta c'è un affar grave, difficile e disgustoso da disbrigare, lo si tira sempre per le lunghe. Gli è come quando c'è la necessità di un'operazione chirurgica. Si teme più la guarigione che viene collo spasimo, che la cancrena che si sviluppa senza dar tropp'incomodo. Ho trovato due o tre volte Giunio, e sempre l'ho lasciato andar pe' fatti suoi senza dirgli nulla... E se non fosse stata la bell'occasione di questa notte.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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