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      I periti calligrafi non avevano potuto, per mancanza di sufficienti confronti, constatare che la scritturazione di quel testamento fosse di proprio pugno del defunto F... In conseguenza di tutto ciò, per sentenza del tribunal civile venne dichiarato, che «in mancanza di prove assolute, non potendosi asserire essere quel testamento olografo, ed autografo del marchese F...; ed anzi, dovendosi ragionevolmente sospettare fosse una carta ad arte falsificata, a tale sospetto dando fondamento il modo misterioso onde quel documento era stato presentato al tribunale; ripugnando inoltre l'idea che potesse essere in buona fede e avesse in petto i sacrosanti fini della verità e della giustizia chi aveva pensato a stare occulto con tanta circospezione, si respingeva fino a nuove dilucidazioni l'atto di petizione del colonnello Baroggi, rimanendo intanto legittimo possessore dell'eredità F... il marchese F... ecc., ecc.»
      Il Suardi che, nell'auge della propria fortuna e negli anni della virilità e della ancor verde vecchiezza, aveva tenuto gelosamente presso di sè il prezioso documento, sempre col pensiero e col proposito di farlo comparire all'aperto inaspettatamente, quando si fosse presentata l'occasione favorevole, e quando il molto tempo trascorso avesse potuto ragionevolmente stornare da lui ogni sospetto, si era accorto in che pericolo erasi messo nello spedire al tribunale di Milano quel documento, e come, dato un altro giudice ed altri avversarj e men corrompibile la giustizia, avrebbe potuto scontare sessant'anni dopo la pena scansata con tanta accortezza, arte e fortuna; onde, dopo la sentenza del tribunale, senza darsene per inteso, e proponendosi di non mettere più le mani in quell'intrigo, ritornò alle proprie terre che aveva acquistate nel Parmigiano e nel Modenese, per vivere fuor della cerchia e della vista di Milano che lo aveva conosciuto ciliegia, come dice la frase paesana, e dove vivevano ancor troppi de' suoi coetanei a rinfacciargli, soltanto col guardarlo, la sua origine, la sua vita e il libro nero delle sue azioni.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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