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      Però è facile imaginarsi qual colpo gli desse la rivelazione inattesa. La tempra del giovane Andrea era di quelle così eccezionalmente sane e rigogliose, che per la via della robustezza e della, a dir così, baldanza fisica, esercitano una influenza sullo spirito, sul sentimento e sulle idee morali, inducendovi quel cinismo e quell'indifferentismo che fa guardare con eccessiva indulgenza tutte le azioni umane, e definisce per scrupoli e idee piccole e cavilli quei principj di squisita moralità che rendono inesorabili i giudizj e le sentenze; laonde non si affannava troppo al pensiero che suo padre avesse accumulato tanta ricchezza, senza aver troppo sottilizzato sui mezzi; e che in un mondo così pieno di bricconi e di raggiratori e di ipocriti e di ladri larvati, egli si fosse sempre regolato in modo da non cader mai nelle altrui reti, adottando invece il sistema di tenderle egli stesso a tutti, per ogni buon conto. Nei giocondi ritrovi, quando egli, studente all'università di Pavia, spendeva e spandeva a manate le laute mesate che il padre gli mandava, pel desiderio ch'ei facesse la prima figura pure tra i giovani delle più ricche famiglie patrizie, egli non si era mai acceso d'ira contro chi più volte, quasi a ricattarsi della propria inferiorità, avevagli ripetuto il noto adagio: Benedetti i figli dei padri che vanno all'inferno. Invece avea presa la celia pel suo verso e, rincarando la dose, aveva esternata la propria pietà per quei poveri giovinotti che avevano i parenti in paradiso.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Andrea Pavia Benedetti