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      Rammentiamo queste cose alla memoria di chi legge, perchè, attraversando tanti anni, è permesso non ricordarsi più della pagina dove si parla di questo fatto.
      Il marchese F..., in presenza del quale or ci troviamo, è dunque figlio del figlio di quel conte F..., e pronipote del marchese F... che per insinuazione del prevosto di S. Nazaro, prevosto galantuomo, aveva lasciato erede l'unico figliuolo natogli dalla sventurata Baroggi, con testamento olografo steso sull'abbozzo minutato dal notajo Macchi. Questo marchese, come aveva riunita in sè solo la ingente ricchezza provenutagli da due larghe sorgenti, così aveva congiunti nel proprio esteriore fisico, in un complesso che non mancava di una tal quale unità di stile, i varj tratti della fisonomia del padre e dei due avi: l'occhio grigio del marchese senza cuore, il mento quadrato ed ampio del nonno, il naso aquilino del padre. Rispetto alle qualità morali, insieme coll'occhio bigio aveva ereditato dal prozio l'indifferenza spietata; col mento quadrato l'ostinazione del nonno; col naso aquilino l'orgoglio paterno; superando poi tutti e tre gli antenati per le facoltà intellettuali, e più per la coltura letteraria e scientifica.
      Onde non dilungarci in una troppo lunga e minuta analisi, e rendere tutt'intera la sua fisonomia con una pennellata a guazzo, diremo che, s'egli fosse nato re o duca, sarebbe riuscito il facsimile del presente re di Prussia, o di Ferdinando IV di Modena. Ci pare che non ci sia molto da consolarsi. Viaggiatore, politicante, economista, bibliofilo, aveva scritto e stampato parecchi opuscoli; aveva raccolta una biblioteca.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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