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      Non ancora tredicenne, Stefania aveva raggiunta una sì compiuta armonia di bellezza e di leggiadria, con tale espressione nello sguardo, innocente e affatto inconscia, ma per ciò stesso esercitante un caro fascino su quanti la vedevano, che divenne l'oggetto della predilezione di tutti. A ciò si aggiunga, che, trovandosi nella casa dell'ex-cantante Corali, dove provavansi ogni giorno sul pianoforte i pezzi delle opere in musica allora più celebri, ella, per sola virtù d'imitazione, ripeteva tutto quello che sentiva, con una voce così toccante nella sua acerbezza, con una intonazione sì perfetta e una espressione tanto superiore alla sua età, da fermar l'attenzione di quei medesimi cantanti che nelle stanze della Corali attendevano alle loro esercitazioni mattinali. Se non che, dobbiamo qui tener conto di un fatto strano, ed è che, in ragione che ella diventava sempre più cara e interessante a quanti la vedevano, veniva per contrapposto a perdere sempre più della benevolenza di un uomo.
     
     
      IV
     
      Monsignor Opizzoni aveva l'abitudine di visitare una volta o due alla settimana quelli tra i suoi devoti che più aveva in petto. I conjugi Gentili erano tra gli eletti, e come esso prediligeva i genitori, così per qualche tempo prodigò le sue gentilezze sante anche alla bambina, regalandole Agnus Dei, immagini di santi, libretti da messa, ecc. ecc.; ma, di tratto, e quasi senza accorgersene, egli provò una certa avversione per lei, quando appunto si vennero in essa sviluppando tutte quelle qualità per cui era diventata tanto cara agli altri.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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