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      Come tutti gli uomini di cuore, che sono convinti delle proprie idee, essi erano intrepidi, per così dire, ed espansivi, e non balbettavan mai quando si trattava di esporre il loro pensiero, nè si lasciavano imporre da nessun ostacolo, da nessun rispetto umano, da nessuna autorità. Però non è a fare alcuna meraviglia se alle prime parole l'Opizzoni investì il maestro ex-abrupto e senza flessuose circonlocuzioni.
      - Ella è il signor maestro Brambilla?
      - Per l'appunto.
      - Ella ha dunque voluto togliere a questa buona famiglia quella pace modesta, che nella vita mondana si cerca sempre e non si trova quasi mai?
      - Io faccio il maestro di musica, e non faccio il prete; ma avendo, con grande mia soddisfazione, scoperto nella loro figliuola un vero prodigio di natura, così ho creduto mio dovere di avvisarne i genitori, i quali lo avrebbero certamente trascurato.
      - E adesso questi due cristiani hanno già per la testa dei grilli che non ebbero mai; e già son tutti agitati da cento desiderj e certe speranze, e vedono già la loro figliuola diventare una principessa. Se poi tutto questo andasse in fumo, ella avrebbe fatto veramente un'opera meritoria.
      - Io non ho detto a questi signori che la loro figliuola diventerà una principessa; ho detto che, mettendo a buon partito le qualità straordinarie che la natura le ha dato, diventerà certissimamente, collo studio e col tempo, una grande artista: questo io ho detto e promesso, e questo oggi ripeto e mantengo.
      - E quando, concedendo pure tutto ciò ch'ella dice, costei sarà diventata una grande artista, che cosa crederebbe lei d'aver fatto?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Opizzoni Brambilla