Pagina (1357/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Onde farò uso di tutte le mie forze e di tutta la mia fermezza affinchè, per un apparente fortuna, che io ritengo invece una disgrazia sostanziale, per la porta dell'arte corruttrice e della ricchezza non entrino in questa casa tutte le miserie di cui il mondo si lagna, e che sino ad oggi questa casa, per una benedizione speciale del cielo, affatto non conosceva.
     
     
      IX
     
      Queste parole monsignore le proferì senza quel consueto impeto acre onde soleva esprimersi allorchè, colla convinzione di aver ragione, credeva di combattere il male; ma le porse invece con mansuetudine, con emozione, e con un certo tremito nella voce; il quale significava che quanto diceva, lo sentiva con vivissima passione.
      Lo stesso maestro Brambilla ne fu commosso; onde si tacque per un momento, pensando al bene che quel reverendo personaggio avrebbe potuto fare, se la sua testa avesse sortita la forza e la virtù del suo cuore.
      - In ciò ch'ella dice, monsignore, ci può essere qualche cosa di vero. Ma risponda intanto ad una mia domanda: se questi signori avessero fatto una pingue eredità, li consiglierebbe forse a rifiutarla, per la paura che la ricchezza potesse mai spostare ed alterare la loro beata condizione di adesso?
      - La ricchezza nelle mani di questa buona gente non potrebbe essere che un mezzo felice di beneficare largamente il prossimo.
      - Dunque non è sempre vero che la ricchezza sia corruttrice. Dunque l'essere essa di vantaggio o di danno non dipende che dalla qualità delle persone che la posseggono. E quale è della ricchezza, tale è pure d'ogni altra cosa del mondo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Brambilla