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      Giunio Baroggi, salito sur uno dei poggi più elevati dell'osteria, da cui si poteva dominare tutta la scena che gli si svolgeva dintorno e di sotto, guardando ora a un gruppo ora all'altro, stava immobile riflettendo appunto al contrario tra l'apparenza e la realtà di quello spettacolo.
     
     
      XVIIII
     
      Ma di questo Giunio, che è destinato ad essere una specie di Childe Harold, ed avrà poi l'incarico di congedare i cari lettori del nostro libro, ne pare, che prima di continuare ad accompagnarlo ad ogni passo, sia necessario sapere minutamente com'egli era fatto di fuori e di dentro.
      Già ne uscì dalla penna la notizia ch'egli era un bel giovane; bello al punto che l'Accademia di belle arti e l'Ateneo delle donne e delle fanciulle milanesi avrebbero dovuto disputare assai, prima di conchiudere se il primo premio in beltà doveva concedersi a lui o al conte Emilio Belgiojoso o al Marliani.
      Coloro che propendevano per le proporzioni atletiche, avrebbero scelto il conte Emilio; quelli per cui non v'è bellezza se non è garantita dai capelli neri e dagli occhi neri stavano pel Marliani; ma quanti propendevano per quella beltà che riceve tutta la sua espressione dal sentimento e dallo spirito, non avrebber tardato un minuto a dar la palma al nostro Giunio. Concepito nel 1798, quando la giovinetta sua madre era tenuta in continuo sussulto da cento ansie e paure, erasi insinuato nel suo organismo una tale eccentricità che, sebbene ei fosse sanissimo e perfettamente costituito, pur gli dava talvolta l'apparenza di un giovane travagliato da qualche malore.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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