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      Portato a studiare gli uomini, come un medico che si affanna nello studio di una malattia creduta incurabile, li andava a cercare in tutte le classi della società. Oggi passeggiava sotto al braccio del duca Litta, del conte Belgiojoso, dell'Archinto; domani sedeva nel cortile del Falcone a bere il vin bianco magro col Bichinkommer, che prediligeva in modo particolarissimo. Dopo aver passata qualche ora in discussioni letterarie al caffè della Palla, dove convenivano parecchi professori del ginnasio e del liceo di Sant'Alessandro, lo si vedeva al caffè della Cecchina a intrattenersi a lungo con cantanti e ballerini. Rimaneva spesso delle intere giornate nella Biblioteca Ambrosiana a leggere, a studiare, a consultare gli Oblati che ne erano i dottori. Un altro giorno, ammesso a suonare il quartetto in casa Castelbarco, si, deliziava colle composizioni di Beethoven, di Kromer, di Haendel, di Boccherini, ecc. Sosteneva lunghe discussioni estetico-musicali col maestro Soliva, con Minoia, con Federici, con Alessandro Rolla, con Lichtenthal, coll'energumeno Prividali, agente, giornalista-librettista, che dalla cronica bolletta e dal fegato guasto era mantenuto in continua esacerbazione, e nella disputa schizzava veleno e acido solforico. Un altro dì, assistendo alle prove del circo equestre ai Giardini pubblici, perchè era grande conoscente di Alessandro Guerra, allora primo cavallerizzo della compagnia di Bach di Vienna, vi si tratteneva a lungo, suggerendo pose eleganti alle belle amazzoni cavalcanti, e incoraggiando il Guerra al non ancora tentato Non plus ultra.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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