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      Mi conforta però che il campo dell'arte non è quello della politica e della guerra. Qui l'esito momentaneo è tutto; là, se non è duraturo, non può deporre nessun germe che fecondi l'avvenire.
      - Dunque voi non siete, un ammiratore dell'Ildegonda.
      - Immensamente l'ammiro, e mi godo che l'esito suo fortunatissimo troncherà tutte le questioni di colpo; ma sostengo altresì che gli elementi legittimi del trionfo completo della rivoluzione letteraria son deposti soltanto nel coro del Carmagnola.
      - Potete aver ragione, ed io non m'attento di confutarvi. I paragrafi del codice non mi danno tempo di percorrere da padrone il campo vostro; però, senza poter percorrerlo, mi basta la vista per misurarlo, e da tutti i sintomi mi par di vedere che in tutte le cose nostre è incominciata una primavera novella. Guardate là a quel circolo di persone che stanno intorno al Grossi... La combinazione ha voluto che in questo momento si trovino riuniti tutti i portabandiera del nostro avvenire; parlo del pensiero, e delle arti, e della civiltà.
      - Se mai vi fosse Manzoni, vi prego a farmelo conoscere
      - Il Manzoni non c'è. Ma v'è uno de' suoi più grandi amici, Giovanni Torti; e v'è Pietro Borsieri, giovane di altissimo ingegno e che, come saprete meglio di me, sta attendendo a un gran lavoro letterario... una trilogia intitolata: Torquato Tasso.
      - Che non compirà mai. Io ebbi a parlar seco più volte, ma non mi sembrò di trovare in lui le più legittime qualità dell'ingegno. Ha molta memoria, molta facilità di parola, una grande smania di primeggiare nel crocchio e di brillare contraddicendo a tutto e a tutti.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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