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      Ciascuna, alla sua volta, manda il suo suono. La luce dell'umanità si decompone nell'anima sua in raggi infiniti, o, per dir meglio, i raggi infiniti dell'umanità vanno tutti a metter capo nell'anima sua, che li rimanda e li riverbera e li restituisce al mondo sotto le molteplici forme dell'arte. È a questo modo che si comprende Shakespeare. È a questo modo che si dee comprendere Rossini.
     
     
      XX
     
      Il Baroggi non aveva finito di pronunziare il nome di Rossini, che la banda del reggimento Bakony, per indulgenza al gusto pubblico, si mise a suonare la sinfonia della Gazza ladra; diciamo per indulgenza, perchè il maestro direttore di quella banda, cresciuto alla scuola esclusivamente germanica e alla frazione di quella scuola stessa che farebbe inscrivere la disciplina dei suoni tra i rami della facoltà matematica, detestava Rossini, e perchè questo, alle prove della Bianca e Faliero, colla sua celia mordace lo aveva preso di mira, e aveva fatto ridere alle sue spalle tutto il palco scenico. Allorchè si fu al passo di carattere della celebre sinfonia, dove l'immaginazione, la forza, l'eleganza, la grazia si fondono in quel complesso maraviglioso, non raggiunto fin qui che da Rossini, e, mettendo in effervescenza il sangue, par che comunichi allo spirito insolite attitudini:
      - Ecco l'arte, esclamò il Baroggi, alzando gli occhi e sorridendo coll'esaltazione dell'ebbrezza; ecco l'arte, l'arte vera, l'arte sola; quella che, costringendo a commuoversi anche il maestro della cantoria del Duomo, perchè i sensi non hanno scuola nè sistemi e si esaltano a loro beneplacito senza domandare il permesso a nessuno, arriva ad agitare, senza che ne abbia neppur la coscienza, anche il facchino di dogana, anche il beccajo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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