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      Ora in quel dopopranzo del 24 settembre, i coniugi Gentili vollero condurre la loro figliuola a quel divertimento popolare. Come dicemmo, la notizia dell'intervento delle Loro Altezze aveva fatto accorrere al Monte Tabor quasi tutta Milano, e la madre di Stefania, a cui, dopo il fatto dello smeraldo, pareva d'essere diventata un po' parente della viceregina e sentiva un segreto orgoglio di avere una figlia stata onorata di tanta distinzione, pregò il docile marito a non lasciar passare quell'occasione. Il conte Alberico B...i, che aveva saputo la cosa, erasi trovato là colla carrozza, e nella sua qualità di futuro sposo, quantunque i parenti, per certi riguardi portati all'esagerazione, lo tenessero alquanto discosto dalla figliuola, erasi tuttavia accompagnato seco loro. In una parte della rotonda v'eran delle sedie privilegiate, che si pagavan due lire austriache l'una; e il conte Alberico, com'è naturale, ne pagò tre, perchè madamigella potesse sedere tra il papà e la mamma, e godere agiatamente lo spettacolo.
     
     
      XXII
     
      Ora avvenne, che quando la viceregina tornò colassù per assistere alla corsa che dovevan fare alcune sue dame di compagnia, girando l'occhio intorno, vide madamigella Gentili, e ravvisandola, le si accostò, rinnovando seco le affabili cortesie della prima volta. La folla s'era stipata in giro a quel gruppo, e madamigella divenne l'oggetto dell'attenzione universale. Essa vestiva un bianco abito semplicissimo di mussola d'India con guarnizione ricamata e forata, e con una lieve orlatura di raso celeste; un nastro parimente di raso celeste le cingeva la vita, una vita sottile, leggiadra, come snodata, di quelle che i francesi chiamano à guêpe.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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