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      La cena d'Alboino e il cranio di Cunimondo poterono esser narrati e descritti e dipinti; ma la vendetta dei Teppisti non potrebbe trovar grazia presso nessun'arte, nè posto in alcun libro che non venisse inspirato dalla nefaria musa dell'Aretino. Che se noi l'abbiamo accennata di volo e in ombra, fu solo per mostrar come un governo corruttore, lasciando libero il freno al disordine ed alla scostumatezza per avvelenare tutte le fonti della virtù, sia occasione che anche degli uomini non perversi e perfino onesti, tentati dall'invito o dalle circostanze, possano di cosa in cosa e di abuso in abuso pervenire a tali eccessi, che essi medesimi ne debbano poi rimaner pentiti. Il Bichinkommer fu il primo ad accorgersi che si era andato troppo oltre nell'esecuzione di quel disegno, ch'egli avrebbe voluto non aver mai pensato; e fu anche il primo, quando, per molti indizj, potè intravedere che la barbara commedia, in quella notte minacciava di convertirsi in un'atrocissima tragedia, a consigliare di entrare presso le dame e i loro commensali onde impedir conseguenze ancor peggiori.
      Per fortuna esso fu ascoltato ed obbedito; le dame furon fatte uscire, e i nani inferociti si dovettero placare a bastonate; tanto è vero che troppo spesso una serie di violenze non può essere troncata che da una violenza estrema.
      Il giorno dopo, tutte le signore, in altrettanti fiacres che furono fatti venire dal Bernacchi, vennero rinviate a Milano, con tutte le precauzioni necessarie perchè non potessero sapere in che luogo erano state.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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