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      La Società dei Federati ha bisogno così delle forti intelligenze come delle braccia robuste e dei cuori imperterriti. Nella nostra compagnia vi ha un gran numero di giovani che, bene indirizzati, potranno essere di gran vantaggio alla patria comune. E con queste parole, se l'egregio Bazzoni lo vuole, possiamo chiudere l'adunanza di questa sera.»
      Ed essa si chiuse di fatto, e tutti uscirono e si dispersero.
      E in quella sera, nell'umile casa dell'ottimo Ronchetti, con quell'adunanza si venne a rappresentare la crisi che subiva la società milanese in quel periodo storico. I membri della Compagnia della Teppa, che pure si erano ascritti alla Società dei Federati, rappresentavano in sè medesimi la lotta tra gli sforzi di un governo che voleva portare in tutto la corruzione, e l'elemento antico, indistruttibile, ognora risorgente sotto la medesima pressione della tirannide, che si opponeva a questi sforzi con altrettanti e più tremendi; e che a lungo andare dovevano rimaner vittoriosi sul troppo a lungo conteso campo di battaglia.
      Se non che, i rimedj che il Baroggi allora aveva proposti, riuscirono intempestivi. Gli ultimi arbitrj, probabilmente il fatto enorme delle dame disonorate provocò una tale tempesta, che il governo e la direzione della polizia stabilirono finalmente di distruggere quella compagnia con un colpo improvviso e decisivo. Allora fu manifesto che l'autorità non aveva mai voluto quello che poteva, perchè in una giornata sola fece eseguire l'arresto di più che sessanta individui, i quali, per mancanza d'altro locale adatto, furono in prima tutti chiusi nel convento di San Marco, e in seguito inviati a Szegedin e a Komorn, o costretti al servizio militare.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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