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      E nemmeno vuol permettere che ella si ponga sotto la cura di un medico valente. - Men danno che io la faccio visitare dal dottore Broussais; ma ella è condannata a medicarsi di nascosto, perchè il conte, dopo aver scialacquato due o tre milioni, ora è diventato avaro fino alla demenza, e mette a rumore tutta la casa e rovescia tavole e sbatte usci e minaccia tutti, se gli è posta tra le mani la polizza dello speziale.
      - Ma in che relazione sei tu con lui?
      - Ora in nessuna; benchè egli sappia che io mi trovo a Parigi, e fors'anche per qual ragione son qui.
      «Per amor di lei io ebbi in addietro la debolezza di farmi intrinseco suo, sebbene sapessi quant'egli mi fosse avverso, e come in più circostanze avesse tentato di rovinarmi in tutti i modi possibili. Ma trovatomi seco nell'occasione d'un viaggio che insieme colla moglie ei fece a Firenze, accolti come buona moneta i complimenti della sua bocca bugiarda, finsi di non sapere nulla; e per pietà di lei e, dirò anche, per l'estrema simpatia, che, come sempre ella mi aveva ispirata, m'ispirava ancora, ebbi per molto tempo l'abitudine della sua casa, dove con tutti gli sforzi dell'animo ond'io ero capace, comprimeva gli sdegni, per tentar colla mia presenza di rendere più ammansata quella bestia feroce.
      - E cominciò allora il tuo amore con lei?
      - Amore no. Ella mi pareva troppo bella e troppo preziosa per me. Non era che amicizia e pietà. Bensì il mondo, considerando le apparenze, credette altrimenti, ma s'ingannò... e se voi non mi credeste ora, ascoltate, e ne avrete le prove.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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