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      Però, al pari di un uomo in cura d'anime, come un sacerdote pio e casto, che cosa mi dovrebbe premere di più, se non che le leggi divine e umane siano tali da rendere meno ovvio il sentiero de' peccati? Avendo perciò in orrore l'adulterio, io devo dunque suggerire una legge, che spontaneamente gli tolga le occasioni più tentatrici. E appunto col divorzio ottengono questo. I teologi, ajutati dai giureconsulti teoristi e senza viscere, hanno creduto di accordar molto proponendo e sancendo la semplice separazione a mensa et thoro. E nella loro cecità non si sono accorti che hanno aperto con questo mezzo un varco sterminato all'adulterio. In generale i teologi, atrofizzati dall'ascetismo, perchè voglio concedere che non sieno impostori; e i legulej, sotto l'inspirazione di una coscienza senile, hanno meditato sugli interessi più gravi dell'umanità senza tener mai conto del fatto capitale che l'uomo innanzi tutto è fatto di carne e d'ossa; che, per una legge naturale, necessaria, irrevocabile, ha delle tendenze che non dipendono dalla sua volontà, ma dall'economia fisiologica del corpo umano...»
      - Tanto è ciò vero, osservò l'avvocato, che questi avversarj del divorzio ebbero la franchezza di dir seriamente, che ogni donna separata dal suo sposo dovrebbe ritirarsi in una società religiosa, che è la sola alla quale possa ancora appartenere. Essi dissero che questo asilo aperto al pentimento, alla debolezza, alla infelicità, le offrirebbe nell'unione più intima colla divinità la sola consolazione che debba ricercare e che debba gustare una donna virtuosa che si è disgiunta da un marito ingiusto; così si farebbe sparire dalla società lo scandalo di un essere che è fuori del suo posto naturale, d'una sposa che non è più sotto la dipendenza del suo sposo, d'una madre che non ha più autorità sopra i propri figli.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507