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      - Ma sai tu che cosa fu già risposto a questi sragionatori di professione? fu risposto che essi sentenziano colla logica di quel chirurgo, il quale facendo un'operazione sopra una mano fratturata, dopo aver tagliato quattro dita, tagliò in seguito anche il quinto affatto illeso, adducendo per ragione che quel dito, rimanendo solo, potea sembrar ridicolo. Ma, continuando il nostro discorso, se la filosofia razionale aprì le porte dei monasteri alle vittime della superstizione, e ricusò di sancire dei voti eterni che, dettati da un momentaneo entusiasmo, sono quasi sempre seguiti da un lungo pentimento; perchè ciò non dee succedere anche per lo stato conjugale? La debolezza, l'errore, le passioni inseparabili dell'uomo sembrano annunziare che un contratto conjugale, che tiene il marito congiunto indissolubilmente alla moglie per tutta la vita, in tutte le vicende variabilissime della fortuna, è imprudente, e crudele, è assurdo.
      «Nè la semplice separazione distrugge tanto male. Essa vieta ad una donna onorata, disgiunta da un marito brutale, i sentimenti d'un nuovo matrimonio, che soli possono consolarla; per essa ciascuno degli sposi isolato, in preda alla noja, al dolore, al vuoto dell'animo, respinto da una nuova legittima unione, costretto a fuggir sè stesso, a cercar distrazioni, si trova insensibilmente trascinato in mezzo alla dissipazione ed alla dissolutezza, giacchè sussiste in esso ed agisce con tutta forza ciò che Tacito chiama irritamenta malorum.»
      - Mi ricordo d'aver letto in un libro, dove tra l'altre cose si svolgeva tale questione, queste parole che tenni a memoria, dove c'è il rigore scientifico e la filosofia del sentimento: «Se la legislazione si propone il problema: dato un desiderio costante negli uomini, fare in modo che venga soddisfatto con pubblico vantaggio, senza pubblico pregiudizio, o col minor pregiudizio possibile, il divorzio viene appunto a soddisfare i desiderj più costanti del cuore umano, non solo senza pubblico pregiudizio, ma in modo vantaggioso alla società; mentre la semplice separazione, tormentando questi desiderj, nel soffocarli li costringe a sfogarsi in un modo scandaloso e nocivo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Tacito