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      «Dopo Hegel, i suoi proseliti, dilungandosi da lui e più che mai compromettendo le teorie del maestro, si divisero in più sêtte, le quali, sforzando a sempre nuove trasformazioni i principj raccolti dalla bocca di lui, misero dapprima il capogiro nelle menti giovanili, per non lasciar poi negli animi che aridità e indifferenza.
      «L'ateista Feuerbach giunse a combattere perfino il sentimento della patria, e di cosa in cosa a propugnare principj che derivano dall'infame teoria dell'homo sibi deus.
      «Nelle teorie di Stirner, che sono un tessuto cangiante delle enormità di Feuerbach, sta il codice completo dell'egoismo.
      «Rouge provò come due e due quattro che l'amore della patria è un sentimento ipocrita ed una virtù impossibile; perchè l'amore, secondo lui, ha orrore delle astrazioni e vuole delle vive realtà. E così d'argomento in argomento, venne a santificare l'inesorabile tornaconto.
      «Nel campo dell'economia politica, Federico Lizt; il più celebrato della sua nazione perchè ne lusingò più di tutti l'egoismo, colla sua dottrina isolatrice, rinserrò la Germania in sè medesima, barricandola colle dogane protettive, ed ammonendola a non ammettere sul suo mercato roba straniera, per non introdurre nelle mura della patria il perfido cavallo di Troja (son sue parole).
      «La giurisprudenza respinse colà dalle cattedre il diritto naturale e razionale, incatenandosi schiava dell'unico diritto storico.
      «Perfino la filologia, nel labirinto di una prodigiosa, ma gelida dottrina, affogando le più care e generose aspirazioni della fantasia inventrice e del sentimento, tolse allo studio dell'arte classica l'intento suo più legittimo: quello di educare al bello estetico, che, ingentilendo gli animi, li prepara al bello morale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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