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      Allora il mio nuovo amico mi disse che lo aspettassi lì fino al suo ritorno, e se ne andò via in fretta co' suoi compagni. Io non ne potevo più dalla stanchezza, e, guardandomi attorno, scorsi una panca presso la bottega di un fornaio: mi accostai, mi posi a sedere, e aspettai. Aspetta, aspetta, finalmente mi venne il dubbio che l'uomo e lo scudo fossero bell'e perduti, e che io fossi rimasto vittima di una mariolata, dubbio ben poco efficace a sollevare il mio animo abbattuto. Finalmente una vecchia rubiconda, probabilmente la padrona della bottega, mi domandò cosa stessi aspettando da tanto tempo. Dopo il racconto che le feci: "Povero figliuolo" mi disse "vi hanno bruttamente ingannato: ma come si fa a mettere in viaggio una creatura così sola? Animo, cercate di raccapezzarvi e datemi ad intendere dove si trova la casa di vostro padre". Nominai la chiesa di San Giorgio che sapevo essere vicinissima: "Oh è molto lontana di qui" soggiunse "e quando avrete veduto quella chiesa, siete poi sicuro di ritrovare la casa?". "Certamente" risposi. Allora quel buon donnone fischiò due volte, e subito comparve, dai misteriosi recessi della bottega, un garzone mezzo nudo, al quale diede ordine di accompagnarmi sino alla chiesa di San Giorgio e di non lasciarmi finché non avessi trovata la casa di mio padre. Ringraziai, come meglio seppi, quella buona donna, e mi posi dietro alla mia guida. Circa mezz'ora dopo arrivammo alla chiesa, e di là non mi fu difficile infilare la strada di casa.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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