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      Ma anche allora lo faceva con tal destrezza, da far sempre apparire il collega, sul quale andava a cadere l'odio di tutti.
      Questa specie di machiavellismo e l'essere solito di biasimare all'occasione con molta libertà le esorbitanze di Anastasio nell'esazione dei balzelli, al prodotto dei quali il principe era tanto ricco ed altero da non volerne alcuna parte, stornavano da lui l'indignazione generale. Aveva inoltre, quando voleva, mille altre prerogative sue proprie, che, nonostante tutto, gli conservavano una certa popolarità.
      Eccetto questi quattro individui, insigni per influenza malefica, io ed un caro amico mio, i due soli che rappresentassero una coperta opposizione, il resto della camerata si componeva di giovani nulli, dei quali si potrebbe dire con più verità quello che il Pope dice alle donne: "La maggior parte degli scolari non ha carattere alcuno". Brontolavano di tanto in tanto se maltrattati; ma altrimenti erano ben disposti a lasciar correre.
      Ho parlato tanto spesso di balzelli, che non posso esimermi dal dire la natura e il modo d'esigerli. Mi rifarò da uno che ricorreva ogni giorno.
      Una larga fetta di pane era quanto ci passava il collegio per la colazione; c'era però permesso di comprarci il companatico che volevamo; e di tale permesso non v'era alcuno che non profittasse. Orbene, all'ora della colazione, Anastasio, seguito dai due bravi, andava attorno con la calma e la gravità di un collettore di decime a scegliere e prendersi quanto vi fosse di meglio: burro, fichi, pesche, salame: una porzione più che sufficiente per saziare la sua ingordigia e quella dei suoi satelliti.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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