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      Era un giovedì, mezza vacanza: noi eravamo nel piazzale, spazioso quadrilatero, contornato di portici sufficientemente ampi per potervi fare i nostri numerosi divertimenti nei giorni piovosi. Nel centro del piazzale, raccolti in un gruppo, si questionava sull'argomento della giornata, ma stando in orecchi per prendere a volo la prima parola del sospirato annunzio.
      Io scommetto la mia porzione di confetti pel principegridò un adulatore vedendolo approssimarsi. "Chi accetta la scommessa?".
      Iorispose risolutamente Alfredo "e per Lorenzo scommetto la mia palla nuova".
      Il lettore ha da sapere che in quella solenne occasione ci veniva regalata una porzione di confetti ed un bicchierino di malaga alle frutta.
      Per Lorenzo! Poh!
      , esclamò il principe alzando le spalle; e tutti gli occhi si rivolsero a me.
      E perché no? Chiedo in grazia a Vostra Altezza
      diss'io punto sul vivo. "Se la fortuna non mi fece nascer principe, qualche altra cosa molto migliore mi ha reso principe tre volte". Con queste parole alludevo alle tre stelle d'argento che mi brillavano sul petto, per ciascuna delle quali avevo il titolo di principe della classe, in cui l'avevo meritato. Questa risposta e l'atto dignitoso che la seguì fece manifestamente gran colpo sui circostanti.
      In quel momento il rumore d'una finestra che si aperse attirò l'attenzione di ognuno ed il Ministro, sporgendo la testa: "Principe" disse ad alta voce "presto, vestitevi per andare dal re". Quest'ultime parole furono pronunziate da lui con un tono quasi tragico.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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