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      Ma io, leggendo, sono veramente arrivato al punto di negare l'infallibilità del Sommo Pontefice? E sono divenuto un empio eretico, un peccatore ostinato, da perdere ogni speranza di pentimento? Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a persuadermene.
      E quando dovrò confessarmene morrò certamente di vergogna! - Il confessore mi negherà senza dubbio l'assoluzione, e allora che cosa penseranno di me i superiori? Che cosa diranno i compagni, non vedendomi ricevere la comunione in fila con essi?
      Adagio adagio però i miei pensieri prendevano un'altra piega e ritornavano al grande affare che occupava tutto l'animo mio, e che avevo lasciato indietro. - Che sarà dei nostri piani? E vorranno i miei compagni arrischiare il gran colpo senza di me? No, certamente. - Alfredo di sicuro a quest'ora ha già avvertiti gli amici della prima camerata di non muoversi. Ma se ne fosse stato impedito? Se il prefetto, come spesso avviene, non gli avesse voluto permettere di uscire dalla camerata per qualsiasi motivo? E che sarebbe, se il tentativo andasse a vuoto?
      L'agitazione d'animo prodotta da queste immaginazioni rese presto insopportabile per me l'inazione del corpo. Balzai dal pagliericcio, e, posta la seggiola sul tavolino, mi arrampicai su alla finestra; ma, stancandomi di contemplare il cielo, abbandonai presto il mio osservatorio, e ridiscesi. Innumerevoli iscrizioni coprivano le pareti del carcere, e io mi posi a leggerle, sperando di trovare qualche sollievo in questa occupazione. Ve n'erano di tutti i colori: delle serie e delle facete; delle ribelli e delle rassegnate; delle eroiche e delle codarde, e sebbene le leggessi molto distratto, pure alcune mi colpirono profondamente.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Sommo Pontefice