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      Non era questo assurdo? Spargere sconsigliatamente un seme pericoloso, che avrebbe poi fruttificato nella vita susseguente?
      Innalzato al miei occhi ad un sublime grado per la parte di Licurgo datami dai miei compagni, e compreso profondamente di tanta responsabilità, mi vi accinsi con ardore, e dopo avervi pensato seriamente tutto il giorno e la notte, potei finalmente determinare le mie idee. Mi bastò quindi un'ora sola per distendere in carta un disegno di costituzione in diciotto articoli, che mi parve, lo confesso, un'opera da maestro. Ma questo capolavoro andò perduto, ahimè!, senza riparo, almeno nella parte più sostanziale. Le infinite ricerche che ne feci riuscirono tutte vane. Questa perdita è per me anche più dolorosa, dacché nei tempi che corrono, tante costituzioni sono state messe insieme, giurate e poi spergiurate e distrutte il giorno dopo, poi rimesse in vita per essere di nuovo abbandonate. Vedendo io tutti questi tentativi e progetti così vari e dissimili, domandai più volte a me stesso se per avventura la mia non fosse quella fenice di costituzione, dietro alla quale erano corsi inutilmente e per tanto tempo popoli e governi. Ad ogni modo, il confronto di un progetto di un cervello di tredici anni, con quello di vecchi cervelli e di grandi parrucche, non sarebbe stato privo di curiosità: ma ogni rimpianto è ormai inutile. Riferirò qui alcuni articoli del mio progetto, secondo che posso ricordarmi; sebbene mi dolga di dover dire che non sono dei più sorprendenti:


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Licurgo