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      Art. 3. Il potere nazionale risiede in tutta la camerata, ed è da questa affidato, a maggiorità di voti, a due consoli, incaricati dell'amministrazione della giustizia e della conservazione della libertà.
      Art. 5. Il potere dei consoli dura sei mesi. Coloro che escono d'ufficio non possono essere ambedue rieletti che dopo un intervallo di tempo; ma può essere rieletto uno dei due. (Io protestai allora e protesto tuttavia contro qualunque addebito di personali ambizioni in quella clausola, e dico sul serio).
      Art. 16. Le pene corporali sono abolite, come indegne di uomini liberi.
      Art. 18. I delitti contro la repubblica si puniscono con l'ostracismo. La sola nazione può decretarlo per proposta dei consoli. Il cittadino che è colpito dall'ostracismo perde tutti i diritti civili e non ha più alcun commercio con lo Stato.
      Il mio progetto fu approvato per acclamazione, e per proposta del principe fu aggiunto un articolo in questi termini: "Ogni titolo e denominazione di nobiltà è e deve rimanere abolito". Questa proposta, dettata dal più sincero patriottismo, meritò una salva di applausi al suo autore. Subito dopo si nominarono i consoli. Io fui eletto all'unanimità, e l'ex principe, ora semplicemente Giuseppe, con quindici voti su diciannove. Subito scegliemmo i due littori, e la scelta cadde sopra i due compagni, già satelliti d'Anastasio, come coloro che più erano adatti a far rispettare i nostri decreti. Allora con brevi parole rendemmo le dovute grazie all'assemblea, e per nostra proposta fu deliberato che l'insediamento ufficiale della nuova autorità e il giuramento da prestarsi alla costituzione non si facessero subito, come volevano alcuni, ma fossero differiti a quattro giorni, cioè fino alla domenica seguente.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Stato Giuseppe Anastasio