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      Allora, io cominciai a leggere gli articoli della costituzione, al quale l'ex principe ed io giurammo per primi ubbidienza. Di mano in mano poi, secondo che era chiamato, si faceva avanti ogni cittadino a prestare giuramento di ubbidienza alla legge e di subordinazione agli eletti della nazione: dopo di che ciascuno riceveva da noi un fraterno abbraccio. Terminata la cerimonia, la processione si rimise in cammino con lo stesso ordine di prima, al grido cento volte ripetuto: Dio salvi la repubblica! Dio salvi i nostri consoli! A cui rispondevano le voci dei numerosi spettatori dalle finestre, agitando in segno di gioia i loro bianchi fazzoletti. In quel mentre la fanfara intonò in bel modo il Di tanti palpiti, ecc., del Rossini. L'entusiasmo era al colmo; tutti gli occhi sfavillavano di giubilo. Finalmente, dopo un altro giro attorno al cortile, la processione rientrò sotto i portici e lì si sciolse nel più bell'ordine.
      La sera furono illuminate le due finestre della seconda camerata e distribuiti gelati a spese dei consoli. Così terminava un giorno per sempre memorabile nelle tradizioni, che si conservano tutt'ora vive e verdi, di quel collegio.
     
     
     
      CAPITOLO X
     
     
      Si dà uno schizzo di don Silvestro e si mostracome da piccole cause possano derivare grandi effetti
     
      Nonostante alcuni atti d'insubordinazione, in sé stessi di nessun conto, ma che solevano mettere in grande agitazione il mio focoso collega, il quale vedeva dappertutto cospirazioni e non respirava che ostracismo; nonostante alcuni capriccetti di opposizione venuti lì per lì, che agli occhi dell'ex principe erano delitti di alto tradimento da punirsi come tali, quando poche parole di dolce persuasione sarebbero bastate a toglierli di mezzo; nonostante, dico, questi piccoli inciampi, le cose procedevano assai bene nella nostra camerata, che finalmente cominciava a godere del benefizio delle libere istituzioni, date a sé stessa appena un mese fa, allorché accadde cosa che, sebbene riguardi me solo, e sia perciò di poca importanza, pure ebbe con le sue conseguenze il più triste effetto sui destini del nostro nuovo governo; tanto è vero che dalle cause più futili possono qualche volta derivare le conseguenze più gravi.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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