Pagina (159/471)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Anche Alfredo era divenuto inquieto e pallido, e sedemmo dandoci delle occhiate in silenzio e appena osando respirare. Poco dopo entrarono altri studenti, ed io notai che tutti mostravano nel loro contegno indizi non dubbi di quella stessa nervosità che ci travagliava. Dopo un'ora si udì parlottare nella prossima stanza; una porta si aprì, fu pronunciato il mio nome, ed io entrai.
      Il signor Merlini era seduto ad una gran tavola tutta ingombra di carte, ed una ne stava leggendo con molta attenzione. Il Segretario, che gli stava a sinistra, pareva che lo seguitasse con gli occhi in quella lettura per dargli di tanto in tanto qualche schiarimento. Il signor Merlini era un uomo sulla sessantina e non aveva neanche un dente. Il mento aveva lungo e appuntato come il naso, e l'uno e l'altro pareva che tendessero convulsivamente ad incontrarsi. Un ciuffetto di due o tre dozzine al più di capelli era con molta cura ripiegato dalla nuca sul vertice della testa, e portato fin sulla sommità della fronte. S'indovinava subito che tanto il ciuffo quanto le rade basette erano tinte. Egli poi era vestito da capo a piedi di bambagina bianca e portava il solino della camicia rovesciato come usano i ragazzi, il quale lasciava affatto nudo lo scarno collo. Aveva in testa un berretto turchino, e intorno agli occhi una benda verde per difenderli dalla luce. Il costume arcadico di lui, i capelli e le basette tinte, e un che d'indefinibile indicavano chiaramente che egli aveva qualche pretensione a volerla fare da giovane.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





Alfredo Merlini Segretario Merlini