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      Le minuziose precauzioni che ho raccontato più sopra, per accertare la presenza o l'assenza di ogni studente non erano bastate contro le frodi. "Fatta la legge, trovata la malizia" dice un tristo proverbio italiano, il quale significa appunto come il mio povero paese avesse leggi più cattive che buone; poiché è proprio delle leggi vessatorie e restrittive l'aguzzare l'ingegno per poterle bucare, esercizio davvero poco adatto a formare la moralità d'un popolo. Dapprima era il solo Prefetto, oppure uno dei suoi assistenti, che tirava il cavicchio di ciascun studente; ma adagio adagio la disciplina si era rilassata fino al punto, che gli studenti solevano tirarsi da sé il proprio cavicchio sotto gli occhi dello stesso Prefetto e dei suoi assistenti. Da questa rilassatezza l'abuso seguente. Due studenti, che fossero iscritti nella lista l'uno accanto all'altro, stabilivano innanzi che uno solo di loro sarebbe andato in Congregazione ed avrebbe tirato due cavicchi, il suo e quello dell'amico assente. Era questo un piccolo servizio che, secondo le circostanze, ci facevamo a vicenda. Ora avvenne che in quella domenica, nella quale accadde lo scandalo, io mi fossi inteso col mio vicino di lista, che m'avrebbe tirato il cavicchio: e così non ero stato in Congregazione.
      Dunque, dirà il lettore, potevi provare facilmente l'alibi. Adagino! Prima di tutto non saprei dire se la prova dell'alibi mi sarebbe giovata a fronte del cavicchio tirato. E supposto che sì, il mio argomento non avrebbe messo i superiori dell'Università sulla via di scoprire un'astuzia che era utile a tanti?


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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