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      (Lo spedale dei pazzi in Genova).
      Ma, zio mio, se scoprire il baco nel frutto dell'albero è cosa inutile, e attaccare le radici è cosa pazza, ogni progresso è dunque impossibile, e non resta altro a fare che tenersi per disperati le mani incrociate sul petto
      .
      Non voglio dir questo. Il progresso cammina da sé; così la provvidenza ha disposto. Vi sono nel mondo morale, come nel mondo fisico, misteriose leggi che operano senza nostra saputa ed anche a nostro malgrado. Per effetto di questo latente lavorio, le cose oggi vanno meglio che non andassero cento ed anche cinquant'anni fa, e di qui ad altri cinquant'anni voi, che siete giovine, vedrete che andranno anche meglio! Bisogna prendere con pazienza il male presente e dar tempo al tempo. Lasciate che ciascuno nel suo piccolo cerchi di farsi migliore e di migliorare quelli che gli stanno attorno. Qui, soltanto qui, è la pietra angolare della nostra futura rigenerazione. Quanto a me, mio dolce amico, quando nella prima bottega, in cui entrerò, mi si chiederà della roba che vorrò comprare soltanto il vero prezzo e poco più, allora dirò che il mio paese ha fatto una conquista più importante che se si fossero date tutte le istituzioni di Sparta, e quelle di Atene per giunta
      .
      Era in questi giudizi di mio zio una parte di vero e una parte di esagerato, e disgraziatamente la seconda indeboliva la prima. E poi, lo zio Giovanni era ai miei occhi una specie di misantropo, e per conseguenza le sue opinioni mi movevano molto meno che non avrebbero dovuto.


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Lorenzo Benoni ovvero scene della vita di un italiano
di Giovanni Ruffini
pagine 471

   





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